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al testo proposto da Cosimina Viscido
Mammola
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Le penombre di mammola, nei caldi incavi del tuo viso, hanno stupori d’aurora nel sorriso delle labbra e nell’ardore diafano degli occhi. Il roseo dell’intenta anima affiora al limite impalpabile che abbraccia te quasi caldo petalo carnale, e annuncia i ditirambici abbandoni della femminea musica segreta in balìa del volere che m’infiamma a somigliarti in sillabe di canto. La tua persona è immagine in silenzio della nostra vocale ansia di cieli, e quelle ombre di mammola, nei caldi incavi del tuo viso, hanno stupori dorati, a fior degli occhi e delle labbra, nel sogno di voler rassomigliare alla forma che, in noi, musica vive.
Da Suoni del Gral (1932)
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